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Binge eating

“Un peccato di gola incontrollato e spesso eccessivo”. Questa è la definizione che il  Merriam Webster’s Collegiate Dictionary utilizza per definire il binge eating, in italiano “disturbo da alimentazione incontrollata” e le abbuffate sono la caratteristica principale di questo disturbo. Queste possono essere occasioni, da non avere nessun impatto sulla qualità di vita, oppure possono rappresentare un autentico problema e ostacolare la persona nella vita quotidiana, nella capacità di comprendere e gestire le proprie emozioni che spesso sono la causa dell’abbuffata.

 

Un’abbuffata è tale per due caratteristiche:

1.            La quantità di cibo assunta è percepita come eccessiva.

2.            C’è la sensazione di perdita di controllo.

 

Ti è facile immaginare che una persona che cede ad un’abbuffata ingerisce grandi quantità di cibo, ma devo sfatare questo mito: per quanto alcune delle abbuffate siano abbondati, altre sono di piccola entità poiché vengono consumati piccoli o medi quantitativi di cibo magari quotidianamente.

 

Tali abbuffate non soddisfano la definizione che ne da il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5): un’abbuffata è tale se la quantità ingerita è maggiore di quella che assumerebbe la maggior parte della gente in circostanze simili.

 

Oggettivamente questa è un ‘abbuffata ma tu, con le tue percezioni e sensazioni, non puoi  essere inquadrato, e inquadrare le tue difficoltà, in una categorie perché rischieresti di sottovalutare un tuo disagio che a lungo andare può diventare un vero problema e una psicopatologia.

Infatti, anche tu avrai provato la percezione di aver mangiato troppo, di non esserti reso conto della quantità ingerita di un alimento, di aver terminato lo spuntino senza avere la percezione di quando lo hai iniziato. Questa mancata consapevolezza ti ha portato a mangiare più di ciò che avresti voluto.

 

Tali condizioni sono definite abbuffate soggettive, diverse da quelle oggettive, perché quest’ultime sono caratterizzate da un evidente quantità di cibo eccessiva, mentre le prime dipendono dalla percezione che ha il soggetto del suo comportamento alimentare. L’entità di cibo può essere modesta, ma la persona può provare un forte disagio perché il quantitativo mangiato è percepito come eccessivo e accompagnato da perdita di controllo.

Non importa se dopo pranzo o dopo una cena fuori casa abbiamo terminato una busta intera di biscotti o abbiamo mangiato 10 biscotti perché alla base di queste due diverse quantità di cibo assunte ci sono tentativi fallimentari di gestire una dieta ed emozioni spiacevoli difficili da comprendere e gestire da soli.

 

 

Le abbuffate soggettive sono frequenti e non da sottovalutare per chi effetti fisici e psicologici sul lungo termine e spesso sono causate dalle seguenti situazioni:

1. Infrangere una regola dietetica. Quel pensiero che ci dice più o meno così: "abbiamo fatto 30, facciamo 31. Ho mangiato un biscotto, ho rovinato il mio piano tanto vale che finisco la busta". Come se 1 biscotto è uguale per quantità e anche qualità ad una busta intera.

2. Sentirsi disinibiti. Questa potrebbe sembrare  strana, ma non lo sarà agli occhi chi  ha sofferto di binge. Bere alcol è quasi un deterrente per un'abbuffata. L' incapacità di gestire la sensazione, gli effetti che la disinibizione da alcol ci causa ci porta a dire una cosa del genere: "ok non sono cosciente, posso mangiare. Mi sento così (non si sa attribuire un nome) mangio".

3.La dieta restrittiva. Ridurre le calorie porta quasi inevitabilmente a mangiare in eccesso.

4. Un evento avverso o un' emozione spiacevole che si è incapaci di sentire, in cui si è incapaci di stare, di dare un nome e di gestire.

 

Qual è stata la causa che ti ha indotto a mangiare più del dovuto? 

A presto.

 

 

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