Tra le emozioni di base la rabbia viene culturalmente disprezzata, rifiutata perché è capace di far perdere il controllo sulla ragione e sulle nostre azioni. Quante volte sull’onda dell’ira abbiamo detto o fatto cose riprovevoli verso cui abbiamo nutrito un senso di vergogna? Abbiamo imparato che la rabbia ci allontana dalla razionalità: “andare in bestia”, “essere inferociti” rappresentano l’idea di una rabbia distruttiva, immorale che fa emergere l’aspetto più primitivo, animale che è in noi. Quindi, quando si viene assaliti da un eccesso di rabbia o si perde il controllo su noi stessi e cu ciò che si sta facendo oppure, dato che ciò suscita vergogna e imbarazzo, si ricorre ad un’altra strategia: la repressione della stessa. La rabbia repressa logora interiormente, soffoca nutrendosi di rancore e di risentimento per le cose non dette o non fatte.
Gli effetti psicosomatici della rabbia
Ogni emozione attiva il sistema nervoso centrale, stimolando determinate reazioni fisiologiche. Nel caso della rabbia, la pressione arteriosa aumenta, il battito cardiaco e la frequenza respiratoria accelerano, aumenta la sudorazione la vasodilatazione periferica a causa di due ormoni: l’adrenalina e la noradrenalina. Questi cambiamenti si riflettono sul corpo che assume una muscolatura più rigida e il viso assume la configurazione tipica dell’espressione di rabbia.
Gli effetti psicosomatici di una gestione non funzionale della rabbia sono ormai riconosciuti: l’apparato cardiovascolare ne è a rischio. Di fatto, le persone definite irascibili, ostili riversano più adrenalina e noradrenalina nel flusso sanguigno con conseguenze sull’aumento della pressione sanguigna che a sua volta conduce ad effetti indesiderati sul sistema cardiovascolare.
Un’emozione fraintesa
Al pari delle altre emozioni di base, paura, dolore e piacere, la rabbia svolge un ruolo adattivo per la nostra sopravvivenza, ci segnala che qualcosa per noi di importante è stato violato. Diversi sono i motivi per i quali la reazione di rabbia viene attivata:
· Stimoli fastidiosi esterni che producono reazioni sgradevoli
· Ostacoli fisici e non: la rabbia scatta quando ci sentiamo ostacolati o rallentati nel portare avanti le nostre attività
· Torti o ingiustizia subiti
· Aspettative infrante
· Violazione di regole e valori
Guardando oltre le cause sopraelencate, la rabbia porta con sé dei messaggi: valori in cui crediamo e da proteggere, un ostacolo che si frappone tra i nostri obiettivi, una minaccia. La rabbia ci grida che dei nostri bisogni sono stati violati, delle ingiustizie sono state commesse e ci spinge a riparare.
Così la rabbia da emozione distruttiva può diventare una forza motrice che spinge all’azione, una risorsa, che possiamo utilizzare a nostro vantaggio per raggiungere obiettivi, reagire ad un’ingiustizia, aiutare qualcuno. Dalla rabbia possono derivare maggiore determinazione, energia ed un’azione più efficiente.
Addomesticare la rabbia
Gestire la rabbia è spesso la soluzione predittiva di un’esplosione della stessa o della sua repressione, tentate soluzione disfunzionali che non consentono di cogliere il messaggio che la rabbia porta con sé. Ingaggiare una lotta razionale con le emozioni non permette di sperimentare una relazione sana con il nostro mondo interiore. Di seguito verranno riportate le tentate soluzioni funzionali che permettono di vivere la rabbia in maniera positiva e sana.
· Entrare in contatto con l’emozione. La rabbia scatta quando non vengono rispettati dei nostri bisogni, quando dei confini sono stati oltrepassati e spesso siamo noi stessi a permettere che tali bisogni e confini vengano presi in considerazione. Entrare in contatto con la rabbia, falla emergere permette di recuperare quei bisogni e desideri repressi.
· Concedersi la rabbia e canalizzarla. La tentata soluzione di fronte ad un’emozione sgradevole è quella di reprimerla, soffocarla, ma più viene respinta più questa emozione spingerà per esplodere. Permettersi di sentirla e di trovare il giusto canale per farla defluire è un’ottima strategia per non farci distruggere dalla rabbia. La scrittura aiuta a tale scopo. Scrivere le lettere di rabbia che poi verranno buttate verso noi stessi, gli altri, verso quelle situazioni o persone che causano sofferenza permette di far defluire l’emozione, riducendone il carico
· Comprenderne il messaggio. Fermarsi a riflettere sui messaggi che la rabbia ci invia, un’aspettativa infrante, un bisogno o un valore calpestato, ci rende più consapevoli
· Utilizzare la rabbia per agire. La rabbia è quell’emozione che spinge all’azione e che porta ad attuare dei cambiamenti per proteggere i nostri diritti, i valori in cui crediamo o per lottare contro le ingiustizie.
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